martedì 12 luglio 2011

Qualcuno che sta giocando

Nella calura estiva sembra proprio che la temperatura della nostra economia si stia alzando pericolosamente e non credo che basti accendere il condizionatore per migliorare le cose. Lo definiscono attacco speculativo; in sintesi c'è gente che guadagna mentre milioni di persone perdono. Gli appartenenti alla prima categoria sono ovviamente anonimi, i secondi invece si conoscono benissimo ma ahimè non c'è spazio per pubblicare le foto di 60.626.442 italiani. Gli strumenti finanziari sono davvero fantasiosi, deve esserci un motivo. Osservo alcuni gattini e realizzo come il gioco sia un istinto alla pari di mangiare, respirare, dormire, riprodursi. Non capisco quindi perchè vergognarsi di ammettere che anche a una certa età l'idea di partecipare a un bel giochino, con tanti soldini, piaccia a molti. Qualcuno pensa davvero che il confine tra un gioco da bambini e un lavoro da speculatore consista nella enorme quantità di denaro che il secondo riesce a muovere in poche ore? Andiamo... il denaro è un'invenzione umana, la semplice evoluzione del baratto, di per se non costituisce un istinto. Se fossimo su di un'isola deserta la banconota sarebbe carta straccia mentre molto probabilmente prima o poi avremmo voglia di giocare. Eppure già lo immagino il sign. Speculatore mentre spegne il Mac alla fine di una giornata proficua. Eccolo che prende la borsa da lavoro in pelle nera e se ne torna a casa soddisfatto. Apre la porta e trova il suo bimbo sul tappeto. Il piccolo lo abbraccia, gli da un bacio e gli chiede un aiuto per completare il suo enorme puzzle. Il sign. S si abbassa, lo guarda con dolcezza e ricambiando teneramente quel bacio gli dice:
"amore, papà è stanco e non ha voglia di giocare"

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