Traggo spunto da un commento che qualche giorno fa ho lasciato su un blog. L'oggetto del post era il popolo della rete. Ho l'impressione che qualcuno erroneamente si ostini a identificarlo nei baldi giovani di belle speranze destinati di sicuro a cambiare la società. Ora, a parte il fatto che questi baldi giovani sarebbero costretti a fare la rivoluzione con le pezze al "deretano" per non usare un meno elegante ma più efficace "culo", devo dire che sta rivoluzione non la vedo e non credo di potermela aspettare mai. Mi spiego. La società italiana si basa su un modello di vita da paese evoluto, bassi tassi di mortalità e bassi tassi di nascita, diritto all'assistenza sanitaria, diritto a un lavoro (mi sembra di averlo letto da qualche parte..ma non ricordo) ...diritti e doveri insomma. La democrazia paradossalmente non può essere sovvertita visto che è comunque la migliore delle forme di governo che possono reggere uno stato, rimane quindi la speranza di lavorarci dall'interno. Questo è il punto. Ci stiamo lavorando davvero? in 20anni cosa è migliorato?..gentilmente qualcuno alzi la mano, mi dia una risposta. Non me la sento di gridare al miracolo solo perché un referendum sul pane e sull'acqua è riuscito a portare la maggioranza, comunque lontana dal plebiscito popolare, alle urne. Se questo rappresenta un passo avanti, beh ammettiamolo, dal 46 quanti ne abbiamo fatto indietro? Il bilancio è negativo. Ci si ritrova in questi centri di aggregazione economico-culturale (call center) che dovrebbero svelarci quanto sia bella la flessibilità del lavoro mentre in realtà ci confinano nell'evoluzione delle vendite porta a porta: salve signora ho un'imperdibile offerta per lei!
Da anni attendiamo anche noi un'imperdibile offerta..
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